Cronache da Filicudi

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Luisa Cavallo ci racconta di Filicudi, piccola perla del Tirreno che appartiene all’arcipelago delle Eolie.

Che succedù? E’ una domanda che, nei quindici giorni della mia vacanza sull’Isola di Filicudi, ho sentito spesso echeggiare in quello spazio che si incornicia tra la roccia e il mare, dove vivono i filicudari. Devo dire grazie ad Alberto, mio personale “Caronte” nell’isola e nel suo meraviglioso mare, per avermi permesso di ascoltare le frasi, guardare negli occhi di coloro che, nel breve volgere di una vacanza sono rapidamente passati al prezioso rango di amici.

Che succedù: in un’isola piccolina (loro, i filicudari, la loro isola la chiamano con occhi che esprimono un amore senza fine “l’isoletta”), lì dove la terra eoliana finisce con due gocce di roccia, Filicudi e Alicudi, sono poche le cose che “succedono”. Ecco perché ogni novità fa notizia e, tra l’inutilità del televisore e l’assenza di qualunque divertimentificio ad opera umana, ogni giorno è la natura a fare spettacolo: tra i tramonti mozzafiato di Stimpagnato, l’arcobaleno di azzurro verde e totale trasparenza dell’acqua intorno a tutta l’isola, i profumi delle erbe selvatiche tra le quali passeggiare sui sentieri che percorrono tuti i rilievi dell’isola come vene e arterie di un singolare, unico corpo umano, ci si ritrova la sera al mitico Saloon di Pecorini tra turisti non per caso ed altrettanto studiati, fedelissimi abitanti dell’isoletta per raccontarsi…che succedù!

E che succedù a chi, come me, pur amante ormai oltredecennale delle Eolie, finalmente ha potuto toccare il suolo di “quei due scogli in mezzo al mare”?

Succedù che l’Isoletta si è mostrata in tutta la sua selvaggia, complessa e per questo meravigliosa malia, incantando il serpente perché è lei e sempre lei a suonare il flauto con la sua musica meravigliosa: l’isola che non ti lascia il tempo di respirare se la vuoi veramente assaporare, tra mille percorsi diversi, sopra alla terra e sotto al suo magnifico mare.

“Lasciati prendere dal ritmo dell’isola”, mi raccomandò Gianni, filicudaro dentro, prima di partire: pensai che significasse cedere ad un’indolenza dovuta all’essere lontani da tutto e dalla mancanza di incentivi artificiali allo svago. E invece no, l’isola, se la vivi guardando negli occhi i filicudari e cercando di accostare il tuo cuore al loro per sentire quei suoni che l’orecchio cittadino non è più abituato ad ascoltare, non ti lascia tempo, coltivando i tuoi spazi. Immersioni mozzafiato, semplici, più impegnative, in corrente, in parete, in grotta, sui relitti, nel sito archeologico, in libera oppure no, con compagni di immersione barracuda, cernie, aragoste, carangidi di varia stazza, e tutta quella fauna che ormai vediamo solo sulle fotografie o, peggio, in pescheria, tutto lì sulla stessa isoletta; giri dell’isola che dovrebbero durare un paio d’ore e diventano mezza giornata con richieste di repliche per giorni successivi; escursioni tra sentieri e visite alle case dei filicudari, sempre pronti all’accoglienza ed al sorriso…

I colori subacquei di Filicudi sono unici al mondo: la straordinaria trasparenza dell’acqua, unita ai paesaggi disegnati dalle frastagliate coste laviche che delineano canyon di roccia che terminano in ampie vallate sabbiose su fondali di qualsivoglia profondità con lo sguardo che si perde nel blu, spalancano scenari pieni di vita.

I punti di immersione più noti sono certamente la grotta dei sei metri, i canaloni, la grotta dei gamberi, la costa dello sciarato, lo scoglio notaro, lo scoglio di montenassari, lo scoglio cacato (!), la grotta del bue marino, lo scoglio Giafante…

E che dire delle immersioni guidate al museo archeologico sottomarino di Capo Graziano? O, sempre su quel promontorio, le immersioni sui relitti di ogni epoca e di ogni età, tra cannoni spagnoli, navi romane, aliscafi affondati e navi posacavi… mai un’immersione uguale all’altra, emozioni blu che si colorano di nuovi colori ogni volta.

Fare una vacanza all’isoletta e farsi condurre alla sua scoperta da chi la ama con tutto il cuore, come Alberto, titolare del Filicudi Divers, è un’esperienza che, dopo aver girato e scorrazzato per tutto il mondo, sopra e sotto l’acqua, mi mancava davvero!

Alberto racchiude in sé tutto il microcosmo dell’isoletta: l’attività subacquea a tutto tondo, visto che, unico o quasi, riesce a coniugare l’apnea con le immersioni con le bombole; gli aspetti naturalistici per i quali si avvale del prezioso contributo di Giusina, biologa marina; e come dimenticare la guida più famosa dell’isola: Ciruzzo!

Isola per molti, ma certamente non per tutti, vista la sua limitata ricettività e le difficoltà create dalla sua remota collocazione, un’isola che non lascia mezze misure: o la si ama (alla follia) o la si odia. Io, a settembre torno!

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One comment

  1. Filicudi è un isola meravigliosa resa ancora più speciale dalle competenze della biologa Giusi Bonanno e da Alberto titolare del Filicudi Divers.

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