Torrentismo sul Rio Barbaira a Rocchetta Nervina. (Im)

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Qualche settimana fa, visto il perdurare di un tempo tipicamente primaverile piuttosto che estivo, ho colto l’occasione per cimentarmi in qualcosa di nuovo: il Torrentismo.

In pochi sanno, anche in Liguria, che a pochi chilometri dalla costa, ci sono posti meravigliosi per cimentarsi con questo sport che consta principalmente nel discendere lungo il corso di un fiume, aiutandosi con attrezzatura da arrampicata laddove coraggio e un pizzico di incoscienza non sono più sufficienti.

Il sottoscritto, in uno dei passaggi più belli della discesa sul fiume

Uno di questi è il paese di Rocchetta Nervina, posto sul confine di Ventimiglia, a poco più di una quindicina di chilometri da Bordighera, nell’imperiese, permette discese mozzafiato lungo il Rio Barbaira.

Per me è stata l’occasione anche per rivedere un vecchio amico: Nicola Balestra, nativo del luogo e in questo caso, istruttore di torrentismo e grande conoscitore del fiume.

Grazie all’impegno dei volontari e di un comune attento, l’attività non solo è ben pubblicizzata, ma per tutti gli amanti di questo sport, soprattutto stranieri (le nostre due auto erano le uniche italiane nel parcheggio), c’è la possibilità di noleggiare in loco l’attrezzatura ed è disponibile uno spogliatoio con docce.

Superato il ponte romano, ci si inerpica lungo il sentiero che, in un’oretta circa, ci porta al punto in cui inizia la discesa. Lì, un ponticello, è pronto ad accogliere i più “temerari” che vogliano quindi compiere il “battesimo” del Rio Barbaira, con un tuffo dagli 8 metri.

Un ultimo passaggio sospeso, prima di immergersi in una pozza dall’acqua cristallina.

Da lì in poi, oltre 3 ore e mezza abbondanti, per affrontare il chilometro e mezzo del percorso, con 140 metri di dislivello, che presenta, oltre a laghetti di acqua trasparente e ghiacciata, ben 8 calate, la più alta, di 12 metri, molte delle quali evitabili con tuffi spettacolari.

Un’occasione anche per provare alcune delle attrezzature che, da tempo, giacevano in un angolo del magazzino: la muta “Subea” da 3mm della Tribord e i calzari in neoprene “Hanka” sempre della Tribord.

I calzari, con il loro “grip” sotto la pianta del piede, offrono una presa decisamente migliore rispetto al classico calzino, che tende a ridurre la sensibilità. Adattissimi quindi in queste occasioni dove permette di effettuare passaggi con maggiore sicurezza sulle rocce.

Anche la muta, che offre un rapporto qualità/prezzo davvero vantaggioso, si è ben comportata. Lo spessore, (3mm), spesso insufficiente a proteggere dal freddo se il neoprene è di bassa qualità, ha invece superato a pieni voti la prova con l’acqua fredda del fiume. Resta da migliorare un po’ la vestibilità: per tipi alti e magri, si fa fatica a scegliere una taglia che non faccia sentire “strozzati” o troppo abbondante sotto le ascelle.

Riscontro che ho avuto modo di riportare anche durante la giornata del “bio-snorkeling day”, in condizioni quindi più “normali”. Un’ottimo prodotto quindi per incominciare la pratica della subacquea e soprattutto per un utilizzo anche intenso per chi frequenta il mare solo d’estate.

Un consiglio da dare ai produttori…un maggior spessore, su ginocchia e tibia potrebbe essere utile non solo per una pratica del torrentismo, ma anche dello snorkeling superficiale, per il quale questa muta è stata in realtà pensata e realizzata. Una zona particolarmente soggetta a sfregamenti, soprattutto da parte di chi, ancora non ha una buona acquaticità.

 

qui il link al video: https://www.youtube.com/watch?v=8pQaXLFS3DE&list=UU2wsLfTbkPXRRPX_Q-N5nNw

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